Fiaccolata della Comunità Ebraica e della Comunità di

EventiFiaccolata della Comunità Ebraica e della Comunità di "Sant'Egidio" per condannare le persecuzioni anticristiane

di Alessandra Boga

Giovedì 15 maggio, alle 19.45, la Comunità Ebraica di Roma e la Comunità di Sant’Egidio, con il sostegno del sindaco Ignazio Marino, saranno unite in una fiaccolata davanti al Colosseo contro le persecuzioni dei cristiani che avvengono in particolare in Medio Oriente, in Africa e in Asia. In quell’occasione le luci dell’Anfiteatro Flavio si spegneranno e, nello stesso istante, si accenderanno le fiaccole per chiedere libertà religiosa e dignità umana, e per ricordare i cristiani che hanno sacrificato la propria vita in nome di questi ideali. Tutta la cittadinanza romana è invitata.

L’evento sarà seguito certamente dal Tg1, dal “Corriere della Sera” e dal mensile ebraico d’informazione e cultura “Shalom”.

La Comunità Ebraica romana ha accettato di buon grado d’intervenire perché, come ha spiegato pochi giorni fa al “Corriere” il suo presidente Riccardo Pacifici, “La nostra storia, e forse la nostra maggiore sensibilità su questi temi, ci ha obbligato a lanciare un grido d’allarme. Non basta il dovere di ricordare la Shoah”, ha detto Pacifici, “oggi bisogna anche imparare dalle tragedie attuali che non ci colpiscono direttamente”.

Perciò, come si legge in un comunicato di Sant’Egidio, tutta la popolazione della Capitale è invitata alla manifestazione: “Per dire basta a ogni forma di fanatismo ed estremismo, per dire basta a ogni tipologia di persecuzione e per ricordare le anime di chi è stato vittima di odio anti-cristiano. Non sarà l’indifferenza a fermare le ostilità. Mobilitiamoci, solidali, per ricordare a tutti i cristiani perseguitati che non sono soli”.

Dall’Africa al Medio Oriente fino all’Asia più lontana”, prosegue il comunicato della Comunità di Sant’Egidio, “gli appelli alla pacifica convivenza vengono smentiti da continui episodi dove esplode la violenza. La persecuzione contro i cristiani, troppo spesso sottovalutata o nascosta da un velo di indifferenza, travalica ovunque i confini tra le denominazioni religiose e deve spingere all’intervento solidale di tutti gli uomini e le donne di buona volontà. La condanna della violenza e dell’odio religioso, vera e propria bestemmia del nome di Dio deve essere unanime e condivisa, la mano dei persecutori deve essere fermata, la catena dei delitti, frutto del disprezzo e dell’intolleranza, deve essere spezzata”.

 

 

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