Sei ebreo, israeliano o sei stato in Israele? Talvolta rischi di perdere la libertà di movimento

AttualitàSei ebreo, israeliano o sei stato in Israele? Talvolta rischi di perdere la libertà di movimento

di Alessandra Boga

E’ accaduto all’ebreo italiano Emanuel Segre Amar, vice Presidente della Comunità Ebraica di Torino e figlio di Sion Segre Amar, che fu condannato dai fascisti e compagno di cella di Leone Ginzburg. Emanuel Segre Amar avrebbe dovuto far parte della delegazione ufficiale della Città di Torino guidata dal Sindaco Piero Fassino, che si è recata il mese scorso a Ramallah, città sotto il controllo dell’Autorità Palestinese (Anp) del “moderato” presidente Mahmoud Abbas, meglio conosciuto con il suo nome di battaglia di Abu Mazen. Invece niente da fare: Segre Amar è dovuto rimanere a casa “in quanto ebreo”.

Ha inviato soltanto una sentita lettera di rammarico per la sua esclusione dalla visita al presidente palestinese, precisando che lui, nato nel 1944 a Gerusalemme per sfuggire alle persecuzioni nazifasciste, ritiene “che i palestinesi appartengano a questa terra santa martirizzata. Ma credo altresì che l’ostacolo maggiore al raggiungimento di una pace duratura sia la mancanza di volontà degli Arabi di riconoscere il diritto degli Ebrei a essere Popolo Sovrano nella nostra Terra Madre in Medio Oriente. Il conflitto è sull’esistenza stessa d’Israele, non sulla sua grandezza o frontiere”. L’esistenza di Israele con capitale Gerusalemme, città dove gli Ebrei hanno sempre vissuto “tranne che durante l’occupazione dei Crociati, e dove almeno sin dalla metà del XIX sec” hanno risieduto. “Noi Ebrei siamo sempre stati la maggioranza assoluta degli abitanti”, ha aggiunto Segre Ammar.

Difficoltà analoghe alle sue con Ramallah, trovano ebrei e israeliani ad entrare in quasi tutti i Paesi arabi: ”Vietato l’ingresso agli ebrei”, né più né meno come sotto il nazifascismo.

Ma che ciò avvenga nei Territori Palestinesi e nello stesso mondo arabo, forse non dovrebbe sorprendere troppo, per quanto grave sia: negli anni sono stati già cacciati un’infinità di ebrei arabi dalle loro case, e alcuni ne conservano ancora le chiavi, come dicono di fare certi palestinesi.

Più sorprendente e allarmante, se questo avviene in un Paese europeo come l’Inghilterra.

Già, ma la multiculturalista Inghilterra che si è praticamente arresa all’immigrazione dei musulmani e degli integrasti islamici.

A questo punto verrebbe da chiedersi: quando avverrà il ritorno dei ghetti e magari dei campi di concentramento? Quando avverrà l’espulsione forzata degli Ebrei dall’Europa com’è stato fatto nel mondo arabo, ricalcando le orme nazifasciste?

E’ da inserire in questo quadro, infatti, la vicenda di Louis “Chip” Cantor, 23 anni, che viene dal Kansas e il mese scorso ha dovuto recarsi proprio in Inghilterra per lavoro. È stato bloccato all’aeroporto per nove ore, insultato con frasi antisemite dalla polizia di frontiera e poi rimpatriato perché aveva “troppi timbri di Israele sul passaporto”.

Dov'è finito l'impegno europeo, o presunto tale, a che il razzismo e l'antisemitismo non si ripetano mai più?

1 commento 

  • da carlo dario Biagiotti Temo che le cose non possano che peggiorare. Molta gente nasconde la propria avversione con dichiarazioni ipocrite

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