EventiInaugurazione della mostra di Michel Fingesten al Museo della Memoria
di Danilo Siciliano
Si è svolto oggi giovedì 11 agosto alle ore 19:30, presso il Museo della Memoria e dell’Accoglienza di Santa Maria al Bagno, la cerimonia di inaugurazione della mostra Michel Fingesten, 1884-1943, grafica ed ex libris, che si è aperto con la presentazione di Giuseppe Mirabella (Ex Libris Museum, Milano). La mostra, a cura di Francesco Del Sole, resterà aperta sino al 31 agosto, ogni giorno (tranne il lunedì), dalle ore 18:30 alle 23 e dopo Nardò diventerà itinerante.
Questa mostra raccoglie gli ex libris e altri bellissimi lavori grafici di Fingesten, pittore e incisore ceco di origine ebraica, e non a caso è ospitata a Nardò, città che nel 2005 è stata insignita della Medaglia d’Oro al Merito Civile per l’accoglienza e l’aiuto prestato alle migliaia di profughi ebrei dal 1943 al 1947. Un “approdo” ideale dell’artista ebreo che per un breve periodo fu internato nel campo di Ferramonti di Tarsia, in Calabria, dal quale partirono molti dei profughi accolti poi a Santa Maria al Bagno.
Michel Fingesten è uno dei più grandi artisti di ex libris della storia. Nati come un disegno, una sorta di etichetta personalizzata riportante il nome e il cognome del titolare di una raccolta di libri, gli ex libris sono divenuti segno distintivo delle biblioteche di medici, avvocati e commercianti illuminati che, commissionandoli a valenti artisti, hanno dato il via alla loro diffusione, facendoli diventare autentiche opere d’arte. Oggi gli ex libris portano firme prestigiose e richiamano moltissimi collezionisti.
La biografia. Nacque nel 1884 a Buczkowitz, nella Slesia austriaca, ora in Repubblica Ceca. Il padre era un tessitore di religione ebrea e la madre una protestante valdese, ma proveniente da una famiglia ebraica di Trieste. Dopo una prima formazione artistica, inizia un lungo girovagare per il mondo fino all’arrivo, nel 1913, nella Berlino dell’Espressionismo tedesco, dove viene subito ammesso nei circoli artistici più esclusivi per via della potenza delle sue opere. Nel 1927 va in Spagna a cercare le tonalità calde e la luce del Mediterraneo e si fermerà un anno intero, ma una volta tornato a casa, distruggerà la gran parte delle opere, non considerandosi soddisfatto del loro livello artistico. Intanto crea alcuni fra i più interessanti ex libris di tutto il Novecento, diventando, in pochissimo tempo, uno dei più affermati e ricercati artisti di questa specialità. Sentendosi minacciato dall'imperante antisemitismo, nel 1935 si stabilisce a Milano ed entra in contatto con i principali esponenti del movimento exlibristico nazionale. Nell'ottobre del 1940 viene arrestato e internato a Civitella del Tronto (Teramo) e successivamente a Tarsia, nei pressi di Cosenza, dove ha la possibilità di riprendere in mano i pennelli e i bulini e a mettere in piedi perfino un atelier di pittura per gli internati. Nell'ottobre 1943, dopo la liberazione del campo ad opera degli inglesi, per una infezione procuratagli da un'operazione chirurgica, muore a Cerisano ed è sepolto in un piccolo cimitero. Finisce così la sua parabola artistica ed umana, ma le sue opere gli sono sopravvissute a testimonianza della sua arte e del suo grande amore per l'umanità.
Ciò che contraddistingue l'opera di Fingesten è lo smisurato amore per l'uomo, simbolo immutabile ed eterno del mistero della vita. I suoi lavori, le sue satire, il suo prendere in giro se stesso e il mondo, le sue denunzie, sono opere di alta umanità, mai vinte dall'odio di classe o di razza. Il catalogo dei suoi ex libris, il Deeken, riporta 732 opere, ma il suo corpus grafico, con le grandi tavole libere, le illustrazioni per libri e la piccola grafica d'occasione, raggiunge almeno le 2000 unità.
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