Premio Stefano Gay Taché 2016

EventiPremio Stefano Gay Taché 2016

di Aldo Astrologo

Giovedi scorso, 26 maggio, nella splendida cornice della Protomoteca del Comune di Roma si è svolta una cerimonia significativa: la 14° edizione del premio Stefano Gaj Taché.
Alcune classi elementari statali e altre della scuola ebraica parificata Vittorio Polacco si sono ritrovate per ricordare il piccolo Stefano ucciso nell'ottobre del 1982 in un attentato terroristico alla Sinagoga maggiore della Capitale.
Non è passato molto tempo da quando il Presidente Mattarella ha pubblicamente detto che Stefano era un ebreo italiano, romano e di diritto incluso tra i caduti del terrorismo.
Il concorso indetto annualmente, però, è stato concepito per trasmettere alle nuove generazioni un messaggio molto forte: perfino da un episodio negativo, così funesto può nascere qualche cosa di positivo. E cosa c’è di più bello che vedere decine di bambini vociare e scherzare insieme noncuranti delle differenze di credo religioso o di colore della pelle?
Questo è stato ricordato sia dagli interventi degli adulti che dai lavori e dalle parole dei “piccoli“.
 
A far gli onori di casa il sub Commissario Maria Barilà coadiuvata dai consiglieri della comunità ebraica romana, Raffaele Pace e Gady Taché (fratello di Stefano).
Dopo una breve introduzione dei tre rappresentanti ci sono stati i cori delle classi della scuola ebraica ai quali hanno fatto degna cornice gli altri bambini che agitavano delle coccarde colorate.
Gady ha affermato di ricordare molti dei presenti perché era stato a parlare nelle loro scuole e ne aveva avuto un’ottima impressione per l’attenzione ricevuta e per le domande che gli erano state rivolte.
A questo punto alcuni bambini si sono avvicinati al palco per leggere i loro pensieri o per mostrare i loro lavori. Gady ha preso le loro opere e ha espresso il desiderio di raccogliere tutti i lavori fatti in questi anni dai ragazzi per tentare di organizzare una mostra o un evento analogo.
Dopo i vari discorsi Gady è stato circondato dalle scolaresche che volevano fare una foto con lui in un vero spirito di amicizia e commozione.
Sicuramente sono questi gli eventi che fanno piacere all’animo e che ci danno speranza nel futuro: se non sono i giovani a darci la spinta (e l’amore per il prossimo) chi altri può farlo?
Dispiace che per vari motivi non sono stati presenti alcune personalità, ma coloro che si sono adoperati per far andare avanti il premio meritano un plauso sincero e la certezza che ne andranno orgogliosi.
Orgogliosi di aver fatto una cosa giusta, meritevole e bella.

Documenti allegati

0 commenti 

Inserisci un commento 

*Per inserire un commento devi specificare il tuo nome e cognome ed il testo del commento.
Non e' possibile inserire link a siti web o indirizzi e-mail. Qualsiasi tag HTML verra' rimosso dal sistema. Qualsiasi termine ritenuto non adatto rendera' impossibile l'invio del commento.