EventiExpo, pronto il padiglione di Israele per far crescere cereali nel deserto con la tecnologia
di Alessandra Boga
Si chiama “Fields of Tomorrow” – Campi di domani – il padiglione di Israele per l’ormai prossima Esposizione Universale di Milano. Uno spazio di 2369 metri quadri progettato dall’architetto David Knafo il cui fiore all’occhiello sarà un campo verticale di 70 metri di lunghezza per 12 di altezza, che grazie all’innovazione tecnologica dell’irrigazione a goccia computerizzata permetterà la coltivazione di mais, grano e riso durante i sei mesi dell’evento mondiale dedicato all’alimentazione. Un’invenzione simile è molto utile in una zona in prevalenza arida, come per esempio quella del deserto del Negev.
Fondamentale è stato il contributo del Keren Kayemet Le-Israel, il Fondo nazionale ebraico nato prima ancora dello Stato d’Israele e che in solo mezzo secolo ha fatto crescere oltre 200 milioni di alberi per un totale di 40 mila ettari. Non è certo un caso che si dica che lo Stato ebraico ha fatto fiorire quello che prima della sua nascita era un deserto e con il tempo ha ovviamente migliorato le sue tecniche agricole.
Tra le novità tecnologiche che Israele presenterà all’Expo, ci sarà il primo inalatore al mondo che consente l’assunzione controllata - anche a distanza, da parte del medico - di marijuana ad uso terapeutico. Lo scopo della partecipazione israeliana all’Expo sarà "Mostrare il vero carattere di Israele e non quello che di norma appare sui giornali", aveva detto all’Ansa nel 2013 il Commissario di Israele e ideatore del progetto Elazar Cohen ed insieme “vogliamo anche dare conto degli ottimi rapporti che esistono tra Israele e l'Italia e, infine, aggiungere un altro tassello a queste relazioni d'eccellenza”.
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