StoriaIasi, la sua antica sinagoga e la Shoà
di Dova Cahan
Secondo molti storici, gli ebrei dell'Europa sud-occidentale costruirono la prima sinagoga nella Moldavia tre anni dopo il loro arrivo, tant’è che il più antico luogo di culto ebraico in Romania attualmente esistente risale a circa 400 anni fa e si trova a Iasi, nel nord est del Paese. Sulla sua nascita ci sono diverse ipotesi di cui tre le principali. La prima sostiene che il rabbino Natan Natahanover, figura emblematica della comunità ebraica europea di quei tempi, insistette affinché l'edificio fosse completato nel 1670-1671. Una seconda versione dice che il posto, dove sorgeva il monastero di Aron Voda risalente al XV secolo, fu acquistato subito dopo la fondazione della prima comunità ebraica in Romania e che la relativa sinagoga sia stata gradualmente edificata tra il 1657e il 1682. Secondo la terza, invece, una piccola sinagoga di legno era già costruita su questo sito cento anni prima, intorno al 1582.
All'inizio del XX secolo, la comunità ebraica di Iasi contava circa 50.000 persone su 80.000 abitanti complessivi. Vi erano 112 luoghi di culto, ma la Grande Sinagoga funzionava come il nucleo di questa società il cui declino iniziò con le leggi antisemite di Ion Antonescu nel 1937.
Nei giorni in cui la Romania entrò nella seconda guerra mondiale, il governo di Bucarest pubblicò l’"Ordine n. 4147 del 21 giugno 1941 ", che imponeva la deportazione di tutti gli ebrei tra i 18 ei 60 anni dai villaggi tra Siret e Prut nel campo di Târgu Jiu. Il 22 il Paese entrò in guerra a fianco della Germania e nel pomeriggio di venerdì 27 giugno 1941, Antonescu ordinò di “ripulire” Iaşi dagli ebrei. Nei cinque giorni successivi gli eserciti tedesco e rumeno scatenarono la guerra totale attuando il programma genocida.
Quasi un terzo della popolazione di Iaşi, cioè circa 14.000 ebrei, fu assassinata. Una relazione del Servizio Speciale dell'Intelligence, datata 23 luglio 1941 e basata sulle liste redatte dalla Comunità di Iasi, riporta l’assassinio di 13.266 persone, mentre il rapporto finale della Commissione internazionale per lo studio dell'Olocausto in Romania, documenta l’eliminazione di 14.850 ebrei. Nel 1976 un obelisco fu inaugurato di fronte alla Grande Sinagoga in memoria delle vittime del Pogrom a Iasi, il 28 e 29 giugno 1941.
Una delle testimonianze più importanti, a riguardo, è il libro di Curzio Malaparte "Kaputt", il quale, all'epoca, fu inviato speciale di Mussolini in Romania.
Una zia di mio padre che in quel periodo viveva a Iasi, riuscì fortunatamente a salvarsi, grazie all'intervento di una sua vicina di casa proprio nel momento in cui stava per essere deportata.
Oggigiorno in questa città vivono soltanto 371 ebrei e dei 112 luoghi di culto ne rimangono due che versano in condizioni disastrose, nonostante negli ultimi dieci anni siano stati pianificati due progetti di restauro e nel 2004 l’antica sinagoga sia stata inclusa nella lista dei monumenti storici della Romania.
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