StoriaIl campo di Theresienstadt
di Dova Cahan
Situato a 60 Km da Praga e a 70 dal confine tedesco si trova il campo di concentramento di Terezin denominato anche Theresienstadt. Originariamente costruito nel 1780 come un forte difensivo per proteggere la regione dall'invasione prussiana, durante la prima guerra mondiale fu trasformato in una prigione per politici e, tra gli altri, vi fu detenuto il serbo bosniaco che nel giugno 1914 uccise l'Arciduca Ferdinando e sua moglie a Sarajevo. Dal 24 novembre del 1941 all’8 maggio del 1945 fu un "campo-ghetto" in cui vi furono internati i migliori artisti, musicisti, scrittori, pittori, l'élite intellettuale degli ebrei mitteleuropei e una grande quantità di bambini, tutti destinati poi ai campi di sterminio di Auschwitz o Treblinka in Polonia.
Non era particolarmente grande: quando i nazisti invasero la Cecoslovacchia nel 1940, in questo cosiddetto "paradiso ghetto" c'erano soltanto 33.000 persone. Non vi erano comunque servizi sanitari e medici, anche se, va detto, non c’erano nemmeno le camere a gas, poiché serviva principalmente come campo di transito per gli ebrei europei in cammino verso i Lager.
Soltanto il 3 maggio 1945, pochi giorni prima che il ghetto venisse liberato dall'Armata Rossa, l’8 maggio, i nazisti lo consegnarono al controllo della Croce Rossa. Gli ultimi ebrei lasciarono Terezín il 17 agosto 1945. Tra i rimanenti prigionieri quando il campo fu liberato, 1.633 erano bambini sotto i 15 anni, la metà di essi erano appena giunti coi trasporti di evacuazione dai campi di sterminio liquidati dal ritiro dei nazisti.
Terezin fu utilizzata dai nazisti anche e soprattutto come un campo per la loro propaganda. Nel 1944 fu visitato dalla Croce Rossa con lo scopo di verificare se le voci dei maltrattamenti ed abusi fossero vere o meno. Ne restarono piacevolmente impressionati, poiché videro bambini “felici” che studiavano in classi situate in una palazzina appositamente allestita per loro, i prigionieri adulti che leggevano i giornali, le donne che si esercitavano e che gli scaffali erano pieni di provviste.
Le condizioni all'interno del campo erano disumane. Le celle erano gremite, vi era una grave mancanza di acqua e molte persone morirono di fame e malattie. I detenuti sani dai 16 ai 60 anni lavoravano fino a 70 ore settimanali e quelli non adatti al lavoro venivano spediti verso l'est dove le condizioni di vita erano ancora più orribili.
Ora all'entrata del campo di Terezin vi sono due campi di rose, uno con una grande Stella di Davide e l'altro con una alta Croce di legno in mezzo ad un numero totale di poco più di 2000 tombe, ma solamente la metà è contrassegnata da nomi, poiché in molti casi i resti trovati nelle fosse comuni dopo la guerra non furono identificati. Su alcune lapidi sono incisi solo simbolicamente dei nomi. Di qui si prosegue in un grande cortile alberato dove tutto intorno si intravedono le finestre delle piacevoli abitazioni che all’epoca erano abitate dagli ufficiali dell’esercito, coloro che controllavano, gestivano e decidevano sulla vita e sulla morte degli internati. Oggi, invece, vi sono gli uffici amministrativi. Vi sono diverse aree dislocate dal complesso che comprende anche il museo del ghetto, la caserma Magdeburg, il crematorio e due fortezze : una maggiore dove si trova la cittadina di Terezin e le altre strutture, mentre nella fortezza minore c'era il campo di concentramento.
Dal cortile alberato si accede all’interno del campo tramite un ingresso ad arco che porta la scritta "Arbeit Macht Frei" (il lavoro rende liberi), l'atroce scritta che si può ritrovare in tutte le strutture di questo genere.
In seguito alla caduta del comunismo ed alla liberazione dei paesi dell'Europa dell'Est, che hanno subìto il giogo e la sottomissione di questo regime totalitario, mi sono decisa ad andare in quelle nazioni. A Praga sono stata diversi anni fa, ma non intendevo fare questo viaggio senza visitare questo campo di concentramento, di cui molte persone purtroppo, perfino oggi, non hanno mai sentito parlare. Tanti conoscono, infatti, solamente Auschwitz come luogo di orrore, ma c'erano un cospicuo numero di luoghi analoghi dove veniva perpetrato lo sterminio degli ebrei da parte dei nazisti tedeschi del Terzo Reich.
1 commento
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da Fausto Rossi
Ho appena letto il libro "Anni perduti" scritto da Federica Spitzer (Edizioni Armando Dadò)che ha trascorso 2 anni e mezzo in questo Lager. Dopo la liberazione avvenuta dalle truppe russe si trasferì in Svizzera dove morì a Lugano nel 2002.
Consiglio la lettura di questi terrificanti avvenimenti avvenuti a Theresienstadt.
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