StoriaIn memoria di un Giusto giapponese
di Dova Cahan
Durante la mia recente visita in Giappone, tra i numerosi luoghi incantevoli, giardini, pagode, templi confuciani, buddisti e scintoisti, tra gli innumerevoli piccoli centri artistici oltre a Tokyo e Kyoto, la nuova e la vecchia capitale, ho avuto modo di visitare anche due siti molto importanti. Il primo è collegato alla storia dei profughi ebrei durante il nazismo in Lituania ed il secondo ai bombardamenti atomici alla fine della Seconda Guerra Mondiale.
A Yaotsu, una cittadina giapponese della prefettura di Gifu, è stato eretto il Memoriale ed il Museo "Chiune Sugihara", in memoria del diplomatico giapponese di cui molti non conoscono la storia. A Hiroshima ho visitato "Il Parco, il Memoriale ed il Museo della Pace", situati nel centro della città e dedicati a commemorare il bombardamento atomico da parte dell'aviazione americana il 6 agosto 1945.
Innanzitutto voglio soffermarmi sull'incredibile ed eroica storia di Chiune Sugihara, un giovane e coraggioso diplomatico che oggi è ritenuto legittimamente il "Giusto Giapponese" dallo Yad VaShem di Gerusalemme ed è stato in seguito riconosciuto ufficialmente tale anche dal Giappone.
La prima volta che ho sentito parlare di lui è stato da parte di una mia cara amica che vive in Israele, quando in un'occasione, sapendo che mi interessavo della Shoah , mi aveva chiesto se conoscevo la sua storia. In Israele, il Municipio di Natanya ha deliberato la pianificazione di una strada dedicata a colui che viene considerato lo “Schindler giapponese”, poiché, usando la sua carica di diplomatico e nonostante l’opposizione del Ministero di Tokyo, aveva emesso più di 2000 visti di transito per permettere a migliaia di ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale, di fuggire dalla Lituania occupata nazista e arrivare in estremo Oriente. Fu così che Sugihara salvò circa 6000 persone rischiando la sua carriera e perfino la sua vita e quella della sua famiglia. Solamente dopo lunghi anni questa storia fu rivelata e riconosciuta da ambedue le nazioni, Israele e Giappone, e questi visti rinominati i "visti per la vita" perché salvarono molti ebrei dalle persecuzioni naziste.
La domanda è: perché a Natanya? Netanya è conosciuta come il luogo in cui molti di questi ebrei vi arrivarono dopo avere transitato in Giappone in seguito alla fuga dall'oppressione nazista, grazie ai visti rilasciati dal diplomatico nipponico. L'inaugurazione della strada "Rehov Chiume (Sempo) Sugihara " ha quasi coinciso con i 30 anni dalla sua morte, il 31 luglio 1986 all'età di 86 anni.
Il suo quarto figlio, Nobuki, che era presente alla cerimonia l'8 Giugno 2016, incontrò una cinquantina di residenti locali sopravvissuti grazie suo papà, ai quali disse: "È un grande onore. Avrei voluto che mio padre fosse ora qui ...."
Anche di questo evento a Natanya mi parlò la mia cara amica che era presente in quell’occasione come ospite del figlio.
Nel programma del mio viaggio in Giappone avevo letto che : "....nell'ottavo giorno è inclusa una visita speciale al "Memoriale Sugihara" a ricordo del diplomatico giapponese che era in missione in Lituania durante la Seconda Guerra Mondiale ed usò la sua carica di console per salvare molti ebrei. Il luogo della memoria si trova a Yaotsu, in una posizione impressionante con una splendida vista sul paesaggio che include oggi "Tre Monumenti con Tre Campane" con su scritto "Anima" "Coraggio" e "Generosità'", un edificio chiamato "la Sala dell'Umanità" con il rispettivo museo ed il vasto parco con "Il Memoriale della Collina dell'Umanità'".
Prima della mia partenza avevo detto alla mia amica che il mio giro in Giappone avrebbe incluso anche una visita al Museo, al Monumento e Memoriale di Chiune Sugihara e mi avrebbe fatto piacere farlo sapere al figlio, in quanto ogni giro turistico israeliano in Giappone include questa tappa. Ero sicura che fosse importante informarlo perché Israele e gli Israeliani non dimenticano mai questi atti significativi ed in ogni occasione mostrano la loro profonda gratitudine a chi ha salvato una vita e come ci insegna il Talmud: "ha salvato un mondo".
Nel il mio primo giorno a Tokyo, la mia cara amica che si trovava in quei giorni a Roma, sapendo che io ero in Giappone, mi aveva messo in contatto con il figlio di Sugihara, a cui, con grande emozione, avevo fatto sapere che avrei visitato il Museo ed in seguito gli avrei fatto avere le mie foto ed impressioni.
Durante il percorso avevo fatto noto anche alla guida turistica che io conoscevo gia' questa storia e dopo la visita li' avrei voluto aggiungere alcuni particolari della mia conoscenza personale su questo episodio.
È stata una visita molto interessante che è iniziata con la proiezione di un breve film documentario sulla vita di Chiune Sugihara in cui sono raccontati i numerosi pericoli personali e la sua motivazione nel salvare quante più persone. Da lì è seguita una visita al museo dove sono esposti molti documenti, certificati e fotografie dei profughi ebrei polacchi e lituani che si salvarono grazie a questi visti, quindi la visita al "Memoriale della Collina dell'Umanità" che onora la memoria di Chiune Sugihara con le sue luci e suoni in segno di un messaggio di pace al mondo e infine al "Monumento delle Tre Campane".
Posso concludere dicendo che una grande parte del gruppo che non era a conoscenza della storia si è emozionata fino alle lacrime. Oggi la sua storia è conosciuta anche in Polonia ed in Lituania, ma bisogna continuare a raccontarla e farla sapere ad altri, specialmente in questi giorni proprio vicino a "Yom Hazikaron La'Shoah ve La'Gvurah", ossia "il Giorno della Memoria" in Israele, per mostrare come la decisione o la scelta di un solo uomo può cambiare la vita di molti.
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