StoriaLa ricostruzione in 3D del Ghetto Ebraico di Roma 150 fa
di Alessandra Boga
È stata presentata a Roma la ricostruzione tridimensionale del Ghetto Ebraico com’era prima della sua demolizione in base al Piano Regolatore del 1883. All’evento erano presenti il Rabbino Capo, Riccardo Di Segni, il Presidente della Comunità Ebraica romana, Riccardo Pacifici, l’Assessore alla Cultura, Gianni Ascarelli, e la Direttrice del Museo, Alessandra Di Castro, per l’inaugurazione di un progetto che certamente interesserà studiosi, ricercatori, studenti e visitatori, essendo il Ghetto di Roma uno dei quartieri ebraici più affascinanti del mondo.
La sua ricostruzione è avvenuta in base a documenti ed iconografie come la serie di acquarelli intitolata “Roma Sparita”, realizzata tra il 1878 e il 1896 da Ettore Roesler Franz, che documenta la vita quotidiana dell’epoca, dipinti, incisioni, fotografie d’epoca, documenti catastali e urbanistici che erano custoditi in diversi archivi storici. Si tratta di fonti il più affidabili possibile.
Il Ghetto di Roma, costruito nel 1555, è caratterizzato da un impianto medievale costruito su strade romane. Per tre secoli ha dovuto svilupparsi in altezza, non potendo farlo in larghezza, per ospitare i nuovi abitanti ebrei per esplicito divieto papale.
Le immagini di questo “spazio” sono reperibili in un database consultabile per autore, data, tipologia di documento, edifici rappresentati, toponimi e hanno consentito di localizzare tutte le strade e i vicoli del quartiere; inoltre hanno permesso di individuare targhe delle strade, numeri civici, insegne di botteghe, lampioni, inferriate, cancellate e pavimentazioni stradali. Nulla è lasciato al caso.
Il software per la navigazione in tempo reale è stato sviluppato da Progetto KatatexiLux proprio per questa applicazione e l’operazione è stata possibile grazie ad un finanziamento della Rothschild Foundation (Hanadiv) Europe del 2014.
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