Piccole persecuzioni quotidiane: la bufala dei Falsari in Sinagoga a Livorno (1942)

StoriaPiccole persecuzioni quotidiane: la bufala dei Falsari in Sinagoga a Livorno (1942)

di Gadi Polacco

Ringraziando IL TIRRENO per l'articolo odierno, ecco i documenti originali della vicenda, tragicomica, visto il contesto persecutorio dell'epoca.
Giusto in questi giorni, nei quali si ripete il non nuovo ed insulso ritornello secondo il quale il fascismo fece "anche cose buone" (cosa peraltro comune ad ogni dittatura o governo democratico che però non annulla e nemmeno attutisce aberrazioni ed errori), la minuziosa pedanteria con la quale si applicarono le leggi razziali, purtroppo utilmente propedeutiche alle deportazioni alle quali non mancarono di collaborare spesso (direttamente o tramite delazione) cittadini italiani ed autorità del nostro paese, si evince anche da questo episodio che giustamente il cronista annota come non "cruento" e, per questo, significativo di quale fosse il clima "normale".
Sono tanti gli esempi burocratici che testimoniano della precisa applicazione delle norme razziali: basti pensare alla minuziosa applicazione della dicitura "razza ebraica" sui certificati anagrafici.
Senza ausilio di computer la macchina funzionò talmente bene che tale dicitura, ad esempio, la si ritrova anche sul certificato di nascita di mio padre, per caso partorito a Cesenatico nel 1917 , località nella quale mia nonna transitava, proveniente da Venezia, in fuga a causa degli eventi bellici: 21 anni dopo l'apparato giunse anche a segnalare al solerte funzionario di Cesenatico la necessità di apporre quella dicitura, scritta a penna mentre altri comuni, compreso quello di Livorno città della "tolleranza" a volte ostentata oltre misura, videro bene di dotarsi di un bel timbro per facilitare il lavoro e rendere la cosa più "elegante".
Scriveva Montanelli, rispondendo ancora oggi a quanti cercano di sminuire quanto accadde, che già nel primo fascismo erano chiare le
radici razzistiche e che l'assunzione di leggi razziali, con tutta la pomposa farsa (visto che si era in dittatura) dell'iter parlamentare con tanto di firma di quel monarca nel nome del quale molti ebrei combatterono e morirono nella prima guerra mondiale, furono scelta autonoma e non imposta da alcuno.
Ecco perchè è importante contestualizzare quanto avvenne e cercare di immergersi in quel clima, per capirlo (non certo per giustificarlo, anzi) e per apprezzare ancora di più quanti si opposero, nella cittadinanza come tra le forze armate e dell'ordine, a quanto stava accadendo rischiando concretamente e di persona.

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