Giacomo Puccini Bello e... possibile

LibriGiacomo Puccini Bello e... possibile

di Elena Lattes

Chissà se il sottotitolo “Bello e... possibile” dell'ultimo libro di Vincenzo Ramon Bisogni è ispirato ad una famosa canzone “Bello e impossibile” di Gianna Nannini. A noi non è dato saperlo, ma riassume magistralmente la tesi espressa dall'autore in “Giacomo Puccini” pubblicato da Zecchini Editore.

 

Il famoso compositore italiano infatti, sembra fosse stato fin dalla prima giovinezza un grande tombeur de femme, qualità, o difetto, che da un lato gli procurò non pochi guai, ma dall'altra - questa la tesi del Bisogni ampiamente dimostrata nel volumetto - gli ispirò non pochi personaggi e trame delle sue opere.

 

Nato a Torre del Lago, in provincia di Lucca e “figlio d'arte” - fra i suoi precedessori in linea paterna si contano numerosi compositori e membri di spicco della Accademia lucchese, Confraternita di Santa Cecilia, importante istituzione musicale – Puccini ebbe una vita sentimentale piuttosto intensa: rimasto orfano molto giovane, iniziò a guadagnarsi da vivere suonando il pianoforte in una casa malfamata, non disdegnando qualche piccola avventura occasionale offertagli in cambio dei suoi servigi musicali.

 

Proseguì gli studi al Conservatorio di Milano, condividendo un appartamento con il fratello e un cugino e riuscendo a mantenersi, grazie ad una piccola borsa di studio che andò per un breve periodo ad aggiungersi ad un mensile piuttosto scarso inviato dalla mamma. Si ingraziò presto i favori di alcuni maestri, compositori e critici che lo aiutarono negli esordi finanziando le messe in scena delle sue prime opere. Seguì quindi il successo crescente che gli portò la fama, ma non lo fece diventare sostanzialmente ricco, soprattutto perché, come si diceva, il debole che le donne avevano per lui era spesso ricambiato. Reciprocità e volubilità che lo portarono non poche volte ad impelagarsi in storie complicate, foriere, fra l'altro, anche di guai economici.

 

Situazioni analoghe a quelle vissute dal compositore, i sentimenti implicati quali la gelosia, l'infedeltà, il coraggio e comportamenti negativi come la sfida, la calunnia e la maldicenza si possono facilmente trovare nelle sue opere. Il Bisogni, però, non solo racconta con tono confidenziale e a volte spiritoso, la vita e le vicende sentimentali del grande compositore, ma anche la genesi e lo sviluppo delle composizioni teatrali illustrando le influenze, fra l'altro, di testi teatrali e musicali precedenti, usando un linguaggio aulico e una sintassi complessa.

 

Il lettore ha quindi l'impressione di assistere o partecipare ad una conversazione informale d'alto rango, un gossip elegante, arricchito da citazioni letterarie, accenni a film e produzioni artistiche di vario genere degli ultimi centocinquant'anni. Un quadro che non risulta superficiale, poiché l'analisi psicologica e sociologica è complessa e aiuta a capire meglio i sei capolavori principali che vengono rappresentati in tutto il mondo ancora oggi.

 

Dal testo traspare anche l'amore e l'ammirazione che l'autore prova verso il grande musicista, non privo comunque di critiche benevole e fraterne. Immancabile, come ogni ricerca che si rispetti, una bibliografia essenziale.

1 commento 

  • da vincenzo ramon bisogni Molto grato ad Elena Lattes (dal cognome di gloriosa tradizione editoriale) per una così gradevole ed informata recensione. Leggendola, peraltro, su codesto specifico sito, mi permetto di segnalare un precedente mio volume, edito ancoa da Zecchini Ed. Quello dedicato a Joseph Schmidt "Un tenore in fuga", grande figura sel canto lirico, vittima di persecuzioni antiebraiche e naziste per l'intera sua breve vita. Grazie ancora!

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