Alcune riflessioni a sette mesi dall'attacco terroristico più sanguinoso

CronacaAlcune riflessioni a sette mesi dall'attacco terroristico più sanguinoso

di Aldo Astrologo

Sono passati circa 8 mesi dal 7 ottobre 2023, data dell' attacco di Hamas ad Israele.

Tutti gli ebrei si sentono tristi, si sentono male nel corpo e nello spirito e negli ultimi mesi sono profondamente sconvolti da questa ondata di odio che il mondo manifesta contro di loro.

Non riescono propio a conprendere questa ostilità e si sentono feriti nell'animo. È un sentire che difficilmente un non ebreo può percepire e questo allontana ulteriomente i due mondi.

Pur nelle difficoltà è importante cercare di capire le varie posizioni.

È inutile ripercorrere la storia di questi conflitti secolari, chiunque può documentarsi, forse è più importante chiarire alcuni punti ed eventualmente riflettere e ritornarci sopra quando serve.

La prima cosa che mi viene in mente, è questa: perchè si dà credito a qualunque notizia fornita da Hamas senza un briciolo di controllo dell'autenticità? In numerose occasioni hanno dimostrato di dire bugie o, come si dice, dare false notizie.

Ricordiamone una. Secondo la versione di Hamas, un razzo lanciato da Israele ha colpito un ospedale provocando cinquecento morti e vari feriti. È stato dimostrato che era un razzo della Jihad islamica che, per sbaglio, era caduto nel parcheggio dell'ospedale e aveva fatto circa 40 morti. Questo, però, non è stato preso in considerazione dalle varie testate o dalle varie reti televisive. Perché vince la versione palestinese? Perché è stata la prima versione? Perché si vuol credere a priori alla parte apparentemente più debole? O perché si è ideologicamete propensi a favorire quella parte? In ogni caso nel mondo "occidentale" si ha paura di mettersi contro un miliardo e mezzo di persone che controllano circa 80 paesi in sede ONU. In questo senso l'ONU è FALLITA perché contano solo i rapporti di forza e non la ragione.

Continuando il discorso sulle false notizie, se prestiamo attenzione, vediamo che si susseguono senza sosta con varianti veramente non credibili: viene raccontato, ad esempio, che sono stati presi di mira solo militari israeliani e non i civili, che è stato attaccato il luogo dove si ballava perché lì vicino c'era un campo di concentramento, che Hamas è stato costretto ad aggredire perchè era prevista un'incursione israeliana. Assisteremo sicuramente ad altre versioni e quando si fa notare che ci sono filmati fatti dagli stessi assalitori, che dimostrano le uccisioni dei civili, ci si sente rispondere che è tutta propaganda sionista.

L' occidente non ha capito o fa finta ipocritamente di non capire tutto questo; inoltre non è, diciamo, attrezzato a comprendere perché la mentalità occidentale ragiona in maniera diversa rispetto a quella delle popolazioni che vivono nell'area mediorientale. Per ora facciamo un solo esempio.Per noi occidentali la bugia squalifica chi la dice: Clinton dovette ritirarsi  perché aveva mentito in tribunale; in Europa consideriamo bugiardo Putin perché per un mese ha detto che non avrebbe invaso l'Ucraina, ma quando si tratta dei musulmani il discorso è diverso, la bugia è ammessa, è considerata normale; non è da punire fin dai tempi di Maometto, quando egli pattuì una tregua per 10 anni con una tribù vicina ma dopo 3 anni li attaccò a tradimento. E se lo fece Maometto....

Se non si capisce che in quelle aree essere tolleranti e pronti al compromesso vuol dire essere deboli, e quindi non credibili.

Purtroppo è la deterrenza che conta.

In queste condizioni è veramente difficile cercare un modus vivendi se non abbiamo tutti gli attori responsabili e desiderosi di trovare una via giusta.

Ora non tutti gli attori sono credibili.

Avrete fatto caso che non si parla quasi più di tregua o di accordi con Hamas. L'americano Blinken sembra frustato perché dice che Hamas cambia continuamente le carte in tavola, chiedendo sempre più cose e sempre diverse. Non si accorge che questo è studiato? È fatto apposta per perdere tempo e sperare in un cambiamento della situazione. Hamas sa che il principale problema sono gli ostaggi e che Israele farà quanto è in suo potere per liberarli, vivi o morti. Inoltre finché li tiene, ha speranza di sopravvivere e di dividere l'opinione pubblica israeliana. Il giogo è oltremodo chiaro: oltre a sperare in una sollevazione in "Cisgiordania" (Giudea e Samaria), Hamas confida in un allargamento del conflitto in Libano e, se possibile, direttamente con l' Iran.

Israele avrebbe troppi fronti da combattere e difficilmente potrebbe farcela.

Oltre a tutto si rischia veramente una terza guerra mondiale.

Siamo vicini, in un modo o nell'altro ad una chiarificazione. Il Medio Oriente sta facendo da accendino a qualcosa di molto più grande. Il mondo riuscirà a fermarsi o questa china sarà irreversibile?

Non dovremo aspettare molto. Speriamo bene.

 

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