CronacaIl dolore che non passa
di Aldo Astrologo
A distanza di tanti anni, fatti, circostanze ed episodi ritornano ad occupare le menti ed i pensieri delle persone. A volte sono casi fortuiti, a volte sono le circostanze che ti guidano, a volte siamo costretti a ricordare. Questa volta è stata una coincidenza che mi ha fatto rincontrare Gady Taché: nella combinazione del festeggiamento di un matrimonio mi ha colpito che fosse con le stampelle. Ho pensato, come nel mio caso, ad un evento sportivo o a qualche incidente, ma quando, alla mia domanda su quale ne fosse il motivo, mi ha sorprendentemente risposto: “Non ricordi l’ attentato?”, sono rimasto di sasso. Non avrei mai pensato che a distanza di 40 anni ci fossero ferite che ancora sanguinano. E non nel senso spirituale o della memoria; no, proprio nel senso fisico. Infatti le schegge ancora presenti nel corpo di Gady hanno fatto si che per oltre due mesi le gambe sanguinassero e solo dopo questo tempo si potesse intervenire per aiutare a rimarginare le ferite. Questo mi ha fatto rammentare che chissa quante vittime, fra quei quaranta, potrebbero portare simili conseguenze.So della mamma, ma probabilmente altri soffriranno ancora. Mi ha sorpreso apprendere da Gady che ha scritto un libro sull’ episodio e su come ricorda lui i fatti, Non dovremo attendere molto, il libro uscirà a settembre prossimo e sarà presentato da personaggi autorevoli. Già, sono passati 40 anni da quel tragico 9 ottobre, ma per tutti noi che lo abbiamo vissuto, è rimasto un vuoto indelebile per la perdita del fratello Stefano. Cosi come dopo tanti anni sarà rinnovato il dolore per la data del 16 ottobre. Per ora basti ricordare che il popolo ebraico ha dolori e memoria di avvenimenti che non passano.
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