CronacaFra Matera e Taranto. Giornata della Cultura ebraica 2018
di Dova Cahan
Nonostante la città di Matera non sia mai stata inclusa nel programma della Giornata della Cultura Ebraica (che quest’anno si è tenuto, come già scritto, il 14 ottobre scorso), vi si sono svolte alcuni iniziative in prossimità di questo evento. Venerdì 12 anch’io mi sono trovata lì, in particolare alla Libreria Di Giulio, dove, con l’aiuto della Prof.ssa Maristella Trombetta che ha introdotto la serata e l’organizzazione del Sig. Gianfranco Fiore, ho potuto parlare della storia, della cultura e delle tradizioni ebraiche e collegarle alle manifestazioni che vi si terranno l’anno prossimo, quando Matera sarà la Capitale Europea della Cultura 2019.
Come ben pochi sanno, anche in Basilicata ci sono importanti testimonianze di un’intensa vita ebraica risalenti al Medioevo (dal 500 al 1500 circa) che fu brutalmente stroncata dall’Inquisizione.
A Venosa, in provincia di Potenza, ci fu la comunità ebraica più numerosa a testimonianza della quale ci sono ancora oggi le catacombe scoperte nella metà del diciannovesimo secolo.
Tra queste la più famosa è sicuramente quella della nobile Augusta, nipote di un notabile ebreo di Lecce e moglie di un decurione venosino.
Naturalmente dopo la tappa in Basilicata non poteva mancare una visita in Puglia, a cominciare da Taranto. Domenica 14 ho avuto l’onore di partecipare alle celebrazioni della Giornata della Cultura ebraica apertesi ufficialmente al museo MarTa con l'introduzione della vicepresidente dell’Associazione locale Italia-Israele "Alexander Wiesel", la Prof.ssa Eugenia Graubardt, mentre il 15 mattina sono andata a parlare al Liceo Aristoseno, dove centinaia di ragazzi hanno seguito con molto interesse ed entusiasmo tutto ciò che ho detto sulla nostra cultura e sulla storia di Israele. Nel pomeriggio la mia testimonianza sul colonialismo italiano in Eritrea, sulle persecuzioni antiebraiche in Romania tra le due guerre mondiali, sul sionismo e sul ritorno dell’antisemitismo oggi in Europa, alla Biblioteca civica Acclavio è stata introdotta dalla prof.ssa Carmen Acquaro.
Ho anche potuto visitare alcuni siti collegati alla storia ebraica e/o al fascismo, tra i quali il Museo della Memoria e dell’Accoglienza a Santa Maria al Bagno, dove la signora Alessandra Greco mi ha raccontato delle vicende vissute dai 150.000 ebrei in fuga dal nazismo che trovarono rifugio nel campo profughi locale e dal quale partirono per Israele nell’immediato dopo guerra.
Un’altra realtà poco conosciuta di cui ho appreso in questo interessante viaggio è il ricordo della Casa Rossa nei pressi dei trulli di Alberobello – ora caduta nell’oblìo - che nei primi anni del secolo era una scuola agricola e che durante il fascismo fu trasformata prima in casa di assistenza e poi in campo d’internamento per dissidenti, partigiani, ebrei e prigionieri inglesi, polacchi e cecoslovacchi. Dopo la caduta del regime gli ebrei furono deportati a Roma e successivamente nei lager e poco dopo, con l’arrivo degli alleati, la Casa ospitò i fascisti locali, fino al 1947 quando vi vennero invece rinchiuse, con i loro figli, le donne che avevano collaborato col nazismo e altre “indesiderabili” come prostitute o sbandate.
Altre cittadine testimoniano una significativa presenza ebraica nel passato, come Trani nella quale da qualche anno è tornata a rivivere una nuova sinagoga, sorta sulle vestigi di quella medievale, o come Bari, Taranto, Otranto, Adria, Lecce e tante ancora dove le giudecche e tracce come scritte e resti archeologici vengono riportati alla luce.
Vale la pena ricordare anche San Nicandro Garganico che ha invece una storia molto particolare. Qui la comunità ebraica cominciò a nascere agli inizi degli anni ’30, quando Donato Manduzio, che durante il servizio militare nel primo conflitto mondiale aveva imparato a leggere, scoprì i testi biblici e l’ebraismo. Convinse molti suoi concittadini a seguirlo, così dopo la guerra, con l’aiuto del Dott. Ascarelli (che si occupò delle milot) e del Rabbino Alfredo Shelomò Ravenna si convertirono in massa e nel 1949 in tanti emigrarono in Israele.
Infine, sempre in Puglia, sbarcarono molti soldati della Brigata Ebraica, provenienti dalla Terra di Israele, che risalirono la Penisola e combatterono valorosamente ed eroicamente contro il nazifascismo.
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