CronacaIsraele accoglie un giovane poeta iraniano perseguitato dal regime
di Alessandra Boga
Si tratta di Payam Feili, 30 anni, omosessuale – già per questo rischiava la vita in Iran – e reo di aver invitato ad una pacificazione del conflitto israelo-palestinese che tenesse conto non solo dei diritti dei Palestinesi, ma anche del diritto all’esistenza dello Stato ebraico. Nel Paese d’origine è stato arrestato più volte, ha subito minacce, angherie di vario genere e licenziamenti. Erano finiti nel mirino anche i suoi familiari ed amici.
Qualche giorno fa, dopo un periodo di esilio in Turchia, Payam ha ottenuto un permesso dì ingresso in Israele da parte del ministero dell’Interno con a capo Silvan Shalom e ha potuto trasferirsi a Tel Aviv, dove tra qualche giorno è prevista la messa in scena della sua opera “Le tre stagioni”, messa all’indice dagli ayatollah.
Il giovane cominciò a scrivere poesie fin dalla prima adolescenza. Pubblicò il suo primo libro, “Il palco del Sole” nel 2005, a 19 anni, ma quella fu la sua prima ed unica opera pubblicata nella sua lingua, il farsi, ed il regime arrivò persino a costringere la casa editrice per cui lavorava come editor a licenziarlo.
Intervistato dal portale israeliano Nrg lo scorso luglio, dichiarò di voler visitare lo Stato ebraico e la ministra della Cultura, Miri Regev (Likud), ha chiesto a quello dell’Interno di permettergli l’ingresso nel Paese. “Ma questo è il più bel posto del mondo”, ha dichiarato Payam appena arrivato a Tel Aviv. Un’ulteriore dimostrazione che il nemico di Israele non è il popolo iraniano, ma chi lo governa (e lo opprime)
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