CronacaNumerosi attentati terroristici simultanei in Israele
di Alessandra Boga
È stata chiamata “l’Intifada dei coltelli”, poiché oltre a ricorrere alle sassaiole contro le auto, negli ultimi giorni singoli palestinesi hanno preso ad accoltellare con drammatica frequenza soldati o semplici cittadini israeliani. Tre episodi sono avvenuti nella giornata di mercoledì e altri tre a poche ore di distanza giovedì mattina, uno a Gerusalemme e gli altri due a Tel Aviv, dove una delle persone ferite, per fortuna non gravemente, è una soldatessa. L’assalitore è stato poi ucciso a colpi di arma da fuoco da un poliziotto. A Gerusalemme Vecchia, invece, è grave un giovane ortodosso di 25 anni, ferito da un palestinese 19enne proveniente dai Territori. L'attentatore ha tentato la fuga ed anche di impadronirsi dell’arma di un agente, ma è stato bloccato e arrestato.
Mercoledì mattina una 18enne arabo-israeliana che risiede a a Sur Baher, un rione di Gerusalemme Est, ha accoltellato due ebrei vicino alla Porta dei Leoni. Uno dei due feriti, un 36enne, era armato ed è riuscito a reagire ferendo gravemente la ragazza che l’aveva aggredito. Poche ore dopo, a Kyriat Gat, nel Negev, c’è stato un altro accoltellamento da parte di un altro palestinese nei confronti di un soldato israeliano su un autobus. La vittima non sarebbe grave, mentre l’aggressore, che aveva anche rubato un’arma al militare, è stato ferito mortalmente dalla polizia. Vista la situazione, il sindaco di Gerusalemme, Nir Barkat, ha esortato a girare armati i cittadini “dotati di porto d’armi, addestrati e a conoscenza delle regole di apertura del fuoco”. Poi ha aggiunto: "Gli israeliani comprendono che le retrovie sono come la prima linea. Muoversi con l'arma personale accresce il senso di sicurezza nelle strade". Lo stesso primo cittadino, nei giorni scorsi, è stato visto portare con sé una mitraglietta durante una visita nella capitale. Finirà mai questa continua aggressione o è destinata a rimanere “eterna”?
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