CronacaL'estremismo islamico colpisce anche i cristiani palestinesi
di Alessandra Boga
Dopo il rogo della chiesa della “Moltiplicazione Dei Pani e dei Pesci” sulle rive del Lago di Tiberiade in Galilea, in Israele, per cui lo scorso giugno è finito sotto accusa l’estremismo ebraico, un altro edificio cristiano è stato dato alle fiamme in Medio Oriente e precisamente a Wadi Maali, un sobborgo di Betlemme, nei Territori Palestinesi: si tratta del convento di San Charbel - definito “il Padre Pio del Libano” – un monastero gestito da religiosi maroniti. L’incendio è partito dal piano sotterraneo, poi si è diffuso ad altre zone. Fortunatamente non ci sono state vittime o feriti, ma danni notevoli, in questo luogo già chiuso per restauro – il mese scorso l’Autorità palestinese aveva donato 100mila dollari a tale scopo come segno di gratitudine verso il patriarca –.
“Si è trattato di un incendio doloso, innescato ad arte, non certo di un corto circuito legato all’impianto elettrico. Un atto di vandalismo in piena regola, che racchiude una matrice confessionale, ad opera di un gruppo o singoli esponenti del radicalismo islamico”, ha detto all’agenzia missionaria Asia News Sobhy Makhoul, cancelliere del Patriarcato maronita a Gerusalemme. “C’è una matrice confessionale, il tentativo evidente di colpire i cristiani – ha aggiunto – del resto il Medio oriente è pieno di questi episodi. Nella zona vi sono questi gruppi estremisti, cellule di Hamas e anche cani sciolti che agiscono dando sfogo alla loro ideologia”.
Anche la polizia dell’Ap ha stretto il cerchio proprio attorno ad alcuni di questi gruppi, i cui membri potrebbero essere arrestati a breve. Ma contro quest’atto, che accende nei cristiani palestinesi il timore di altre violenze, non si sono levate grandi voci di condanna, neanche a livello internazionale: il motivo è che in questo caso sono sospettati estremisti islamici e non ebrei?
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