CronacaPapa Francesco a Yedioth Ahronot: "L'antisemitismo è un peccato. Gesù era ebreo"
di Alessandra Boga
Papa Francesco (nella foto con l’ex presidente israeliano Shimon Peres durante la preghiera per la pace avvenuta ai primi di giugno) ha nei giorni scorsi ribadito il proprio “no” all’antisemitismo durante un’intervista al quotidiano Yedioth Ahronot nella sua versione on-line (è la prima lunga intervista del Santo Padre per un quotidiano israeliano) e ha espresso la propria preoccupazione per la situazione a Gerusalemme, incandescente a causa dell’attentato alla sinagoga e di altri attacchi terroristici nelle ultime settimane. “Condanno ogni forma di violenza in nome di Dio”, ha dichiarato il pontefice, come aveva fatto altre volte. “Seguo con preoccupazione l’escalation di Gerusalemme e di altre comunità in Terra Santa, pregando per le vittime e mi appello dal profondo del mio cuore alle parti, a porre fine all’odio e alla violenza. Costruire la pace è difficile, ma vivere senza la pace è un incubo”, ha aggiunto.
A questo proposito ha condannato senza “se” e senza “ma” l’antisemitismo. “L’antisemitismo è un peccato”, perché “Gesù è nato e morto da ebreo”, ha detto. “Non si può essere un vero cristiano se non si accettano le sue radici ebraiche. La gente deve sempre ricordare che il cristianesimo fiorì dal giudaismo”.
Inoltre Papa Francesco ha colto l’occasione per ribadire la propria preoccupazione per la situazione dei cristiani in Medio Oriente e nelle terre dominate dall’islam. In quelle controllate dall’Isis, ha detto, la minoranza cristiana si trova nelle condizioni peggiori di tutta la sua storia. “In Iraq, ad esempio, gli atti barbarici sono di un orrore indescrivibile. Sono in corso persecuzioni dei cristiani più gravi rispetto ai primi tempi della Chiesa”, ha detto. “Le grida dei cristiani, yazidi e altre comunità etniche richiedono una posizione chiara e coraggiosa, sia da parte dei leader religiosi, soprattutto musulmani, sia dei leader politici”.
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