CronacaPalestinese musulmano conosce l'ebraismo in carcere e si converte
di Alessandra Boga
Una notizia un po' particolare: Osman, un giovane palestinese musulmano originario della zona di Nablus (Shechem), dopo 11 anni di carcere in Israele per omicidio colposo, conosce l’ebraismo e si converte. Quanto di "peggio" possa esserci per gli integralisti islamici: un ”figlio di Palestina” perennemente vittimizzato come profugo per generazioni e indottrinato all’odio contro Israele, che abbandona l’Islam (fatto per il quale già di per sé rischia la vita) e per di più per convertirsi alla religione del nemico israeliano (una cultura soltanto ufficialmente privilegiata rispetto ad altre, assieme al cristianesimo, in quanto monoteista, ma assai perseguitata, insieme alle persone che la seguono e/o rappresentano).
Da due anni Osman è diventato Yaniv o Bussman e frequenta ogni mattina a Gerusalemme una yeshiva, una scuola rabbinica, ma la conversione all’ebraismo è arrivata già sette anni fa. Yaniv è orgoglioso di essere ebreo e il suo rabbino è a sua volta orgoglioso del suo zelante studente.
Piangendo amaramente, però, Yaniv ha spiegato a JerusalemOnline, che da quando è diventato ebreo non sa più dove andare: in Israele sono diffidenti perché palestinese e certo non può entrare nei Territori, perché sarebbe in pericolo.
Fortunatamente ha una famiglia adottiva e altri che stanno tentando di aiutarlo. Per ora riesce comunque a vivere in Israele come residente temporaneo, dedicando la sua vita alla Torah e svolgendo lavori occasionali, ma sognando di diventare cittadino dello Stato di Gerusalemme e di svolgere il servizio militare.
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