CronacaEgitto, violenze e incitamento all'antisemitismo in aumento
di Alessandra Boga
L' Egitto in crisi con Israele ha un nuovo eroe: giovane osannato per aver bruciato la bandiera israeliana
Il Cairo e Gerusalemme stanno cercando di ricucire lo strappo diplomatico della settimana scorsa, dopo l'uccisione di cinque poliziotti di frontiera egiziani da parte delle forze israeliane, a seguito dell'assassinio di 8 persone, nella zona meridionale dello Stato ebraico giovedì. Un gruppo di palestinesi si era infatti introdotto in Israele dalla Striscia di Gaza attraverso il deserto del Sinai uccidendo gli 8.
Grandi proteste contro l'Ambasciata israeliana hanno avuto luogo nella capitale egiziana. Centinaia di persone si sono piazzate davanti all'edificio, sotto gli occhi di altrettanti soldati e poliziotti e qualcuno ha dichiarato che sarebbero rimasti lì, finchè l?ambasciatore israeliano non fosse stato espulso dall'Egitto.
Ahmad Al-Shahat, un manifestante di 27 anni, è diventato famoso sui social network e in strada, per aver scalato i numerosi piani dell?ambasciata, bandiera egiziana in spalla, fino a sostituire con essa quella israeliana, che è stata poi bruciata tra gli osanna della folla. Ne sono state date alle fiamme altre e su una c'era scritto "maiali", animali impuri sia per l'islam che per l'ebraismo.
"Gli altri hanno Batman e Spiderman. Noi abbiamo Flagman, evviva l'uomo bandiera!", qualcuno ha esultato su Twitter e persino un aspirante leader dell'era post-Mubarak, ha definito Al-Shahat un eroe. Tra l'altro il ragazzo era già celebre per essere salito sul lampione più alto di piazza Tahrir, sempre innalzando la bandiera egiziana.
Mordechai Kedar, esperto di popoli arabi all'università Bar-Ilan di Tel-Aviv, consulente per 25 anni dell'intelligence israeliana ed ospite frequente dei talk-show di Al-Jazeera, ha affermato: "Non ci sarà mai una guerra contro di noi. Gli islamici sanno di non essere pronti e che la manutenzione dell'arsenale egiziano dipende dai dollari, dagli euro, dai rubli. Piuttosto, punteranno a rifornire d'armi Gaza".
E sul fatto che la giunta militare egiziana ora al potere abbia mostrato più interesse per Hamas che per la pace con Israele, Kedar ha spiegato che essa "sostiene chi la piazza vuole che si sostenga. Nella società egiziana, l'odio per Israele è una cosa profondissima, che sconfina spesso nell'antisemitismo. La piazza vuole che Israele sia incenerito, nient'altro. E sarà la piazza a dettare l'agenda politica". Ombre oscure dunque, si allungano sul nuovo Egitto e, sul fronte prettamente politico, se salgono al potere i Fratelli Musulmani come molti paventano e come sancito da un recente referendum, i precedenti trattati con lo Stato ebraico saranno stracciati o congelati, perché, ha affermato Kedar, anche se l'Onu votasse per un nuovo Stato, quello palestinese, a loro non importerebbe assolutamente: "Per loro, il problema non è un chilometro in più di terra: il punto è che Israele non deve esistere. Il messaggio viene ripetuto ogni settimana, nelle moschee egiziane. E nessuno lo contesta". Come per altro è ancora scritto chiaro e tondo nello statuto di Hamas, che ai Fratelli Musulmani fa riferimento.
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