CuriositàIn Israele la tecnologia è donna (anche ebrea ortodossa)
di Alessandra Boga
Nello Stato ebraico più di una donna su tre lavora in ambito tecnologico: ciò significa il 35%, mentre per esempio nella Silicon Valley americana le donne sono il 30%. Lo rende noto un recente articolo del quotidiano La Stampa, il quale scrive anche che in Israele una start - up su quattro viene creata da un'imprenditrice. Vengono portati alcuni esempi: come quello di Moira Bergam, 30 anni, mamma di un bimbo di 4 mesi e ingegnere a Tel Aviv nella Indegy, una delle più grandi aziende israeliane per la cyber-sicurezza: "Non ho mai pensato che questa fosse una professione solo da maschi", ha dichiarato. "In tutto il mondo - ha spiegato Inbail Arieli, vice-presidente della Start Up-Nation Central, un osservatorio della tecnologia israeliana - l'apporto delle donne nelle attività economiche sta crescendo ma da noi l'incremento è maggiore anche perché tutti, indistintamente dal sesso, facciamo il servizio militare" - ambito in cui la tecnologia serve nell'intelligence e nella sicurezza -. "Io stessa - ha raccontato Inbail - sono stata ufficiale cinque anni". Persino le donne ebree ortodosse partecipano allo sviluppo già notevole di Israele in questo settore. Lo ha confermato la stessa Inbail Arieli, spiegando che esse "sono sempre più coinvolte nell'ecosistema tecnologico ed è una novità importante per tutto il Paese". Dal 2000 ad oggi ve ne sono il 30% in più e anzi, le aziende vogliono proprio assumere sempre più lavoratrici ebree ortodosse, anche perché ricevono sovvenzioni statali per farlo. Così, ha concluso Inbail Arieli, "il gap con le altre donne si sta riducendo al minimo".
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