Abbado e Bramani. La musica scorre a Berlino

LibriAbbado e Bramani. La musica scorre a Berlino

di Mara Marantonio

 

“Chi come me ama camminare in montagna sente il verde, gli alberi, gli animali che non smettono di dirci quanto conoscere significhi ascoltare la terra, i boschi, le stagioni….E’ proprio questo delicato equilibrio tra natura e invenzione che va salvaguardato in ogni sfera, da quella scientifica e tecnologica a quella artistica”

 

“Le differenze possono costituire un limite solo se non le si vede per quelle che sono, vale a dire come un’opportunità, sicuramente complessa da gestire, ma straordinaria. Tutte le cose belle si raggiungono con sforzo: conquistare una persona che si ama, crescere i figli, ammirare un paesaggio stupendo dalla cima di una montagna, imparare a suonare uno strumento o a coltivare un campo. Anche avvicinarsi alla musica classica può richiedere una buona volontà iniziale, ma quale universo poi ci regala!”

 

Un testo interessantissimo, pieno di spunti e sollecitazioni “La Musica scorre a Berlino – Conversazione con Lidia Bramani” uscito a fine novembre con il Saggiatore.

Attraverso il  dialogo con la musicologa e scrittrice Lidia Bramani, il Maestro -mancato il 20 gennaio 2014- racconta i suoi dieci anni trascorsi alla guida  dell’illustre Orchestra Berliner Philarmoniker. L’opera ne riprende un’altra precedente, ma assai più voluminosa e tecnica, quanto ai contenuti, “Musica sopra Berlino Conversazione con Lidia Bramani” (1997, aggiornata al 2000, sempre con il Saggiatore). Tale periodo berlinese (temo da noi poco conosciuto, se non dagli appassionati di Musica classica) è stato molto importante per la capitale tedesca, non solo dal punto di vista strettamente musicale, ma pure culturale poiché, in quegli anni, Abbado dà vita ai cosiddetti “cicli Berlinesi”. Ad ogni stagione viene scelto un tema di particolare interesse, intorno al quale Musica, Letteratura, Poesia, Teatro, Cinema  s’incontrano. Abbiamo così il ciclo dedicato a Prometeo (l’eroe campione di lotta per la libertà, siamo nel 1991/’92; poco dopo la Riunificazione); a Hölderlin, il grande poeta tedesco; ai Miti greci e la loro perenne attualità, a Shakespeare, ecc. Esperienza continuata fino al 2002, allorché Abbado lascia i Berliner, come Direttore principale Ma, ogni anno, suonerà con loro nel mese di maggio, fino al 2013, pochi mesi prima di morire. Non si tratta però di un periodo pur  glorioso, ma chiuso, da consegnarsi alla Storia. Con Bramani, negli ultimi anni di vita, egli riprende argomenti e esperienze per comporre una sorta di “manuale che possa essere utile  per decidere un ascolto o rileggere un libro o tutte e due le cose insieme… Per raccogliere un’idea utile a una programmazione o allo studio personale di un interprete, di un musicista, di un semplice appassionato, di una scolaresca….” Per magari organizzare, aggiungo,  un viaggio di spessore culturale ed umano, non di puro, anonimo “turismo”. Sorta di vademecum, insomma; tratto da un’esperienza sempre viva, attuale anche a diversi anni di distanza; con forti riferimenti all’attualità; e non certo limitata a Berlino, anche se è da lì che si parte. Sono cancellati, o ridotti al minimo, nel testo, i riferimenti da…iniziati (presenti nel testo precedente) poiché esso si rivolge a tutti, in coerenza con la concezione della Musica, cara allo stesso Abbado, come  bene universalmente accessibile, a cominciare da coloro i quali ne hanno un pregiudizio di realtà lontana, astratta, distaccata dal quotidiano fluire degli eventi. Libro prezioso che è un piacere leggere, sia nelle riflessioni del Maestro che nelle domande e nei richiami della sua interlocutrice- dove s’intravvede, in filigrana, il vissuto  di un personaggio che è non solo il maggiore Direttore d’orchestra del Novecento, insieme ad Arturo Toscanini, ma una persona di profondissima cultura, un autentico umanista; aspetto quest’ultimo, ritengo, conosciuto ai più in modo del tutto generico.

I pensieri sono espressi in questo libro con un linguaggio essenziale, privo di sbavature e ridondanze; pagine dense, da meditare dove la vulcanica, sensibilissima personalità del Maestro trova piena valorizzazione nelle domande ed osservazioni di una solida studiosa che ha a lungo collaborato con lui, cicli berlinesi inclusi.

Una precisazione: Lidia Bramani ha incontrato Abbado per la riscrittura della conversazione fino agli ultimi tempi di vita di lui;   si è poi avvalsa del valido aiuto di Daniele,  primogenito del Maestro e valente regista teatrale, per completare il  prezioso testo dal quale  è commovente lasciarsi catturare proprio in questo periodo, a due anni esatti dalla dipartita dell’interprete  principale.

“Fra le amate montagne di Sils [Alta Engadina]” scrive lei  nell’affettuosa premessa “in Svizzera o a Bologna, mi raccontava con il ‘sorriso’ la ‘sua’ Berlino”.

Ti par di vederlo: l’aria da ragazzino impertinente ma timido, lo sguardo catturante, luminoso; e udirne la voce.

Notevoli le assonanze con la Cultura Ebraica, specie per quanto concerne gli ultimi due cicli -“La Musica è burla sulla terra” e “Il Tempo diventa spazio”-; assonanze che il lettore avrà il piacere di ritrovare.

 

 

Ed. Il Saggiatore, Collana I grandi tascabili, Milano, Novembre 2015, pp. 152, €.13

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