Convegno a Montecitorio

CronacaConvegno a Montecitorio

di Aldo Astrologo

Il giorno 12 c.m. si è svolto a Montecitorio nella sala del Mappamondo un convegno dal titolo "9 ottobre 1982. Racconto alle nuove generazioni. In ricordo dell’attentato alla Sinagoga di Roma".
Alla presenza di alcune classi liceali del Morgagni, dell’Augusto e della Comunità Ebraica si sono confrontati Ruth Dureghello Presidente
della Comunità Ebraica Romana, Milena Santerini deputata e Presidente di “No Hate Alliance”, Antonio Polito vicedirettore del Corriere della Sera
e Gadiel Gaj Taché fratello della piccola vittima dell’attentato.
La Dureghello ha parlato del passato rivolgendosi al futuro e ha ricordato che quel giorno la polizia non era presente nei pressi della sinagoga. Ha apprezzato il Sen. Napolitano e il Presidente Mattarella che hanno contribuito a ricordare Stefano Gaj Taché iscrivendolo nella lista dell vittime del terrorismo e ha espresso la certezza che ora gli ebrei italiani non sono più soli.
Polito ha paragonato i tempi di allora con quelli di oggi: così come l’attentato ad Ankara è stato diretto contro una minoranza che
manifestava per la pace, nel 1982 le pacifiche Comunità ebraiche europee e i loro aderenti subirono numerosi e sanguinosissimi attacchi perché considerati colpevoli, a fianco degli israeliani, per quello che avveniva in Libano. Capire l’oggi studiando la storia di ieri, quindi, e, affinché non si ripetano gli stessi errori, ha fornito tre suggerimenti:
1) Conoscere l’altro e non giudicare una persona mossi da fanatismo o ignoranza.
2) Vedere i fatti del mondo nella loro complessità e non indignarsi a fasi alterne o commettere discriminazioni segunedo soltanto una determinata ideologia, come si fa ad esempio nei riguardi di Israele che da tanti, troppi, è considerato sempre come l'unico responsabile di tutti i mali, compreso perfino quello di esistere. Evitare, dunque, le semplificazioni e i pregiudizi.
3) Tenersi lontani dalla violenza, metodo che non riesce a risolvere i conflitti. Le ragioni profonde e la pace duratura si raggiungono con i compromessi.
È stata poi la volta dell’On. Santerini che ha parlato ai ragazzi di antisemitismo latente e nascosto e che aspetta le situazioni per riemergere.
Gli ebrei sono di nuovo sotto attacco ma la violenza non è mai improvvisa. C’è sempre un substrato che brucia le tappe, basta poco per scavare un fossato e piano piano l’argine comincia a cedere. Vi è un crescendo di odio con scritte, manifesti ecc. Ha concluso il suo intervento invitando a combattere tutte le forme di odio e rilevando che gli ebrei che hanno sofferto così tanto, sono stati tra i primi ad aprire a Milano centri di accoglienza per gli immigrati.
L’ultimo a parlare è stato Gadiel che ha confessato la sua rabbia nel pensare che per tanto tempo non è stato incluso tra le vittime del terrorismo, e che si è chiesto i motivi che hanno portato a questa omissione. Troppi i buchi neri e le cose che non tornano in questa storia che ha portato lutto non solo alla comunità ebraica, ma a tutto lo Stato italiano e alla democrazia stessa che in quel periodo vacillò.
Il giovane ha auspicato una maggiore riflessione e una più approfondita analisi dei documenti portati alla luce recendemente sia per capire quanto avvenne allora, sia per costruire un futuro migliore.
La mia impressione è che i ragazzi siano rimasti colpiti dalle parole di Gadiel, hanno capito che egli parlava con il cuore e hanno dimostrato il loro interesse e la loro partecipazione rivolgendogli varie domande e intrattenendosi con lui fino alla fine.
Speriamo che i ragazzi abbiano compreso che non bisogna seguire il branco ma ragionare con la propria testa.

 

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